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La digitalizzazione è il processo di conversione che, applicato alla misurazione di un fenomeno fisico, ne determina il passaggio dal campo dei valori continui a quello dei valori discreti.
Tale processo che in effetti comporta una perdita di informazioni, in molti casi è accettabile in quanto si guadagna in semplicità di rappresentazione, organizzazione e/o gestione dell’informazione.
Nello specifico dal 2000 l’illuminazione pubblica ha subito una continua razionalizzazione e riorganizzazione e quindi digitalizzazione anche grazie a:
- Strumenti legislativi (Leggi regionali, CAM 2017/2018, GPP) e normativi (UNI11630, EN13201, etc..) e linee guida (PELL)
- Evoluzione tecnologica della luce (passaggio dalla scarica ai LED di potenza) e della tecnologia di gestione (regolazione e controllo punto a punto)
Questo processo evolutivo ha permesso di garantire maggiore ordine e conoscenza dell’IP, dalla progettazione ai bandi di gara, dalle scelte tencologiche, così come dalla gestione al controllo e raccolta dati, ma allo stesso tempo sta iniziando a mostrare i limiti di una digitalizzazione forzata, talvolta disorganica e lontana dalla realtà al di sopra delle esigenze del territorio ed infine talvolta cieca sull’effettivo scopo dell’IP che si basa su valori molto meno digitali ma altrettanto importanti: creare un ambiente artificiale nottuno confortevole, sicuro ed eco-sostenibile.
In questa disamina tecnica, normativa e tecnologica si affiancano le nuove frontiere della digitalizzazione della luce:
- di natura tecnologica (servizi smart city, illuminazione adattiva, raccolta/ gestione/ analisi ed uso/ di BigData)
- di natura gestionale (Portali nazionali dei POD IP, TALQ – Smart city protocol, etc..)